9/07/2007

Il dolce e l'amaro - recensione

Premetto che quelle che seguiranno sono solo personalissime opinioni... bene ora mi posso sfogare, non mi sentirò in colpa.

Un film tiepido, blando, superficiale... una scrittura molto semplificata adatta più ad uno sceneggiato TV in tre puntate che a un film. La storia di mafia trita e ritrita, stereotipata e addolcita, edulcorata. Il regista Andrea Porporati ha dichiarato "Volevo insomma far vedere il lato grottesco, buffo e togliere a questa organizzazione criminale quell'aspetto sacrale che può affascinare i giovani"... grottesco ma dove... questo è un film per famiglie, adatto a l'uomo medio di pasoliniana reminiscenza; è pappetta pronta con aggiunta di morale finale "fai delle scelte e poi ne paghi le conseguenze"... che scontatezza, che stoltezza. Bravo Luigi Lo Cascio ma che pena il personaggio che ha dovuto interpretare; un fighetto intellettualoide tra le belve mafiose, uno schivo riflessivo composto malinconico ragazzo. Sarebbe durato 20 secondi in un vero ambiente mafioso. Sembra una figurina ritagliata e appiccicata male su uno sfondo di cartone.
Più che un film sulla mafia sembra un telefilm con i soliti burattini di cartapesta: il padrino, il picciotto, il boss, il pentito, il magistrato e il tritolo.
giudizio: 2 palle (così)

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