
Un film tiepido, blando, superficiale... una scrittura molto semplificata adatta più ad uno sceneggiato TV in tre puntate che a un film. La storia di mafia trita e ritrita, stereotipata e addolcita, edulcorata. Il regista Andrea Porporati ha dichiarato "Volevo insomma far vedere il lato grottesco, buffo e togliere a questa organizzazione criminale quell'aspetto sacrale che può affascinare i giovani"... grottesco ma dove... questo è un film per famiglie, adatto a l'uomo medio di pasoliniana reminiscenza; è pappetta pronta con aggiunta di morale finale "fai delle scelte e poi ne paghi le conseguenze"... che scontatezza, che stoltezza. Bravo Luigi Lo Cascio ma che pena il personaggio che ha dovuto interpretare; un fighetto intellettualoide tra le belve mafiose, uno schivo riflessivo composto malinconico ragazzo. Sarebbe durato 20 secondi in un vero ambiente mafioso. Sembra una figurina ritagliata e appiccicata male su uno sfondo di cartone.
Più che un film sulla mafia sembra un telefilm con i soliti burattini di cartapesta: il padrino, il picciotto, il boss, il pentito, il magistrato e il tritolo.
giudizio: 2 palle (così)
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