3/25/2006

Tertium non datur (ovvero O le stigmate O la sindone)

Le osservazioni che seguiranno non vogliono mettere in discussione la fede di nessuno (operazione inutile) ma sono un'oggettiva riflessione su due punti riconosciuti dalla chiesa cattolica.

Da alcuni studi sulla sacra sindone è emerso chiaramente che i chiodi non furono conficcati nel palmo della mano ma all'altezza del polso. Cito dal sito del centro internazionale di sindologia "Particolarmente interessante è la localizzazione di tale ferita, che non si presenta nel palmo della mano, secondo l'iconografica tradizionale della crocifissione, ma nel polso, esattamente in uno spazio libero tra le ossa del carpo, chiamato "spazio di Destot". L'infissione in tale sede corrisponde a esigenze di sicurezza del fissaggio degli arti superiori alla croce: i tessuti del palmo non possono, infatti, reggere il peso del corpo senza lacerarsi. Il fatto che l'inchiodamento degli arti superiori dei crocifissi non avvenisse nel palmo è stato anche confermato dal ritrovamento nei pressi di Gerusalemme dello scheletro di un crocifisso del I secolo. Un'analoga ferita è presente anche sul posto destro, ma non è visibile perché coperta dalla mano sinistra. "

A questo punto bisogna riconoscere che se è autentica la sindone, come afferma la chiesa cattolica, non possono essere vere le stigmate dei santi o viceversa. Tertium non datur!
Le stigmate si diffusero solo dopo il 1224, quando il primo stigmatizzato della storia le mostrò al mondo: San Francesco d'Assisi. Fenomeno psicosomatico?
Eppure la chiesa continua ad asserire la veridicità di entrambi questi fenomeni... contemporaneamente.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao. 2a riga: "un oggettiva" con l'apostrofo.

Gorgia ha detto...

THX, odio i Re-fusi, meglio decapitati.

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