3/29/2012

Ode alla tauromachia

   La tauromachia dovrebbe essere impartita ai giovani come educazione di base. La lotta contro il toro è la più potente metafora della neutralizzazione delle nostre paure. Il nostro doppio incarnato mitologicamente dal rabbioso Minotauro vive nascosto nel labirinto che noi stessi abbiamo creato e ci domina con le paure più recondite e irrazionali. 
   Il toro va incitato, la sua forza è la sua debolezza, va stanato; il toro va accolto, non si deve fuggire ma lasciargli credere che può colpirci; il toro va schivato lasciandolo entrare: in quel momento la sua forza perde di significato, le sue corna affondano nel vuoto, le paure si dissolvono, la bestia diventa vulnerabile. I nostri piedi affondano nel terreno e diventiamo padroni della nostra vita
   La paura invece è alla base della nostra educazione e ci rende schiavi da adulti. Giornalmente ci vengono somministrate dosi massicce di terrore: paura per l'economia, paura di perdere il posto di lavoro, paura di morire, paura della criminalità, paura della diversità, paura dei cambiamenti sociali, paura degli estremisti, paura per il terzo mondo che avanza. Dal momento in cui la società occidentale si è liberata dalla paura del giudizio divino e di una vita ultraterrena segnata dalla sofferenza infernale, i sistemi di potere hanno mantenuto la stessa strategia e camuffato il Minotauro con mille maschere; lo hanno clonato e hanno poi esteso a dismisura il labirinto.
   La paura è il miglior sistema di controllo di massa perché ti paralizza e ti fa restare immobile, docile giogo al collo dei moderni. Quando scopriremo che il toro non esiste diventeremo il toro e ci riapproprieremo del nostro lato animale. La libertà ha l'afrore atroce di vello ferino.

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